Una donna che ha fatto scuola

di Trifone Gargano

Marzia Pepe (1921-2012), di Acquaviva delle Fonti (Ba), laureatasi nel 1949 in Lettere presso l’Università Cattolica di Milano, è stata docente, in vari licei, e, successivamente, anche presso l’Istituto Magistrale del suo Comune, che lei stessa aveva contribuito a fondare, come sezione staccata dell’Istituto Magistrale Statale «Bianchi Dottula» di Bari. Sotto questo profilo di docente, allora, bene ha fatto, il 15 marzo scorso, in una cerimonia pubblica, una sua ex allieva, Caterina Levato, oggi docente di Lettere presso quello stesso (ex) Istituto Magistrale di Acquaviva delle Fonti (Ba), il Liceo «don Lorenzo Milani», a ricordarla, tra le altre cose dette, con questi versi haiku:

 

piccoli semi –

un cestino di frutta

in piena estate

 

 

Il lavoro del docente, infatti, ricorda quello del contadino, che, con i semi che lancia, contribuisce a far crescere nuovi «frutti», cioè, a far maturare le donne e gli uomini del futuro, i futuri cittadini.

Organizzata dall’UTE di Acquaviva delle Fonti (Ba), tra le più attive della Regione Puglia, in collaborazione con l’IISS «Colamonico-Chiarulli», e con il Comune di Acquaviva delle Fonti, la cerimonia celebrativa, in onore di Marzia Pepe, si è svolta presso l’Auditorium dell’IISS «Colamonico-Chiarulli», inserita nell’ambito delle attività della «Giornata Internazionale della donna», come omaggio, appunto, a una donna che ha saputo dare all’intera comunità acquavivese (ma, direi, all’intera comunità pugliese) un fulgido esempio di educatrice e di saggia (e onesta) amministratrice pubblica. La cerimonia, con il coordinamento della prof.ssa Mariella Nardulli, presidentessa dell’UTE,

 

è stata introdotta dal saluto della Dirigente Scolastica dell’IISS «Colamonico-Chiarulli», la prof.ssa Chiara Losurdo, per poi arricchirsi con due relazioni, tenute, rispettivamente, dal prof Ferdinando Pappalardo, docente universitario, che ha illustrato l’impegno politico di Marzia Pepe, all’interno della locale sezione della Democrazia Cristiana (con dettagli sulla fermezza, sulla saldezza d’animo, e sulla forza di Marzia Pepe, anche a rischio di restare isolata nel partito, con una condotta intransigente e integerrima, tenuta in più occasioni, comprese alcune circostanze poco piacevoli per la vita della cittadina, sempre in difesa di una idea di politica come servizio, e non come occasione di carriera, o, peggio, di arricchimento personale); e da Vitantonio Petrelli, Dirigente Scolastico in pensione, che ha fatto emergere il ruolo di Marzia Pepe nella istituzione del locale Istituto Magistrale, dapprima, come assessore comunale all’Istruzione, nel lontano 1959, poi, come docente dello stesso Istituto.

L’IISS «Colamonico-Chiarulli» ha intitolato un’aula didattica alla memoria della prof.ssa Marzia Pepe, come esito finale di un percorso didattico svolto da un gruppo di studentesse sulle «vie delle donne»; il Sindaco, dott. Davide Carlucci, ha, inoltrato, annunciato di aver già deliberato l’intitolazione della sala consiliare del Comune di Acquaviva delle Fonti a Marzia Pepe (attendendo di farne, a breve, degna celebrazione pubblica).

 

La serata, inoltre, è stata allietata dagli intermezzi musicali curati dalla band dell’IISS «Colamonico-Chiarulli», composta da studenti e da docenti con la comune passione per la musica e per il canto, e dalle letture di poesie, eseguite da parte di alcune studentesse, composte all’interno di un laboratorio di scrittura creativa, coordinato dalla prof.ssa Anita Piscazzi, che ha pure letto suoi testi poetici (e, in chiusura di serata, ha dato particolare espressività alla lettura della filastrocca di Gianni Rodari, La luna di Kiev).

 

 

Ha ricordato Caterina Levato, nel suo intervento, che, nella relazione del 16 ottobre 1959, redatta dall’assessore Marzia Pepe, per giustificare la richiesta di istituzione della sezione staccata del Magistrale Statale «Bianchi Dottula» di Bari su Acquaviva delle Fonti, è presente un dettaglio sul quale, oggi, dovremmo tutti riflettere: pur di avviare l’anno scolastico, in attesa della successiva approvazione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, e diventare Istituto Magistrale Statale, il Comune di Acquaviva deliberò di far partire l’anno scolastico (1959-1960) come Istituto Magistrale Comunale, e i docenti coinvolti in quell’avvio di anno scolastico, nell’interesse pubblico, si auto-decurtarono lo stipendio mensile del 20%. Il desiderio di dare alla comunità di Acquaviva delle Fonti, e a quelle dei Comuni limitrofi, per i quali l’Istituto Magistrale di Acquaviva delle Fonti ha sempre rappresentato un sicuro punto di riferimento, spinse quei docenti a ridursi lo stipendio, senza pensarci due volte. Storie da libro Cuore, verrebbe da commentare, in un tempo, com’è il nostro, nel quale il mondo della scuola ha smarrito molte di quelle idealità, immeschinito dal danaro (meglio sarebbe dire dagli spiccioli) dei vari corsi e corsetti Pon e Pcto.

 

 

Marzia Pepe non ha mai spezzato il filo con le sue alunne, incontrandole sempre, anche quando quei «semi» avevano ben attecchito, e avevano dato frutti maturi, regalando suggerimenti e consigli, ricordando, per ciascuna di loro, dettagli e particolari risalenti agli anni dei rispettivi studi liceali, da autentica magistra, che, con lessico pedagogico moderno, diremmo ha saputo esercitare un’autentica competenza per tutta la vita. Una docente che sapeva stupire, incuriosire e affascinare i suoi studenti, rendendo piacevole lezioni diversamente aride, come quelle di latino, di greco, o di lingua italiana. Come hanno ricordato Vitantonio Petrelli e Rosa Dimita, sua ex studentessa presso il liceo classico di Gioia del Colle, l’insegnamento attivo delle lingue classiche e moderne veniva sempre vivificato dalla prof.ssa Marzia Pepe con il ricorso agli esempi quotidiani, alle sopravvivenze nel lessico contemporaneo delle radici classiche del nostro idioma, compreso il ricorso a parole o a espressioni dialettali, la nostra lingua madre. Infine, Caterina Levato ha ricordato le così dette «ciaccate», cioè di come, spiegando il canto VI dell’Inferno di Dante, la prof le avesse talmente affascinate e divertite, che, da quel giorno in poi, la (magra) colazione consumata in classe, tra un’ora e l’altra di lezione, diventava una «ciaccata», cioè, una ricca abbuffata alla maniera di Ciacco, il personaggio infernale che Dante incontra nel canto VI.

 

Concludo con un ricordo personale. Nel 1975 ero studente, e, benché, non frequentavo alcuna scuola nel Comune di Acquaviva delle Fonti (ma, a Bari), ebbi ugualmente notizia di un ciclo di conferenze con gli Autori, che la prof.ssa Marzia Pepe aveva organizzato, in quanto responsabile della Biblioteca scolastica del suo Istituto Magistrale, e allora feci di tutto per essere presente a quegli incontri. Ricordo ancora oggi, con particolare emozione, due di quelle conferenze. La prima, con lo scrittore Saverio Strati, autore di racconti e romanzi neorealisti (pubblicati da Mondadori), tra i più grandi della letteratura italiana. E, soprattutto, l’incontro con Mario Pomilio, scrittore e intellettuale raffinatissimo, che proprio in quell’anno aveva pubblicato il suo romanzo capolavoro, Il quinto evangelio, Rusconi Editore. Arrivai in anticipo nella sala comunale, dove si sarebbe tenuta la conferenza, e, stranamente, vi trovai già Mario Pomilio, solo, che aspettava che giungesse il pubblico. Incosciente e baldanzoso, come solo un adolescente sa essere, mi avvicinai ed ebbi il coraggio di presentarmi e di parlargli. Fu una conversazione bellissima, uomo dolce e mite, coltissimo, ma capace di farsi capire anche da uno studentello di paese qual io fossi. Parlammo di letteratura, dei suoi romanzi, e di scuola, per circa un’ora. Si stupì, e me lo confidò, che un ragazzino come me, fosse arrivato lì da un altro paese (da Adelfia), per ascoltare lui, un romanziere. Son passati più di 40 anni da quel mio incontro, ma esso resta chiuso nella mia mente (e nel mio cuore) come uno dei momenti più belli (e importanti) della mia vita, sia come persona, che come futuro docente (e studioso di lingua e letteratura italiana). Grazie, dunque, anche per questo, da parte mia, a Marzia Pepe, per quel ciclo di conferenze organizzato in totale gratuità, come insegnante vero, qual sapeva essere Marzia Pepe, che interpretava autenticamente la missione docente. Per davvero, una «donna che ha fatto scuola», onore e vanto di Acquaviva delle Fonti e della Puglia intera.

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