Storia della masserie del Salento

La storia delle masserie del Salento

Se si ha la fortuna di passeggiare per le campagne Salentine, prendendosi un momento di relax dal caos degli stabilimenti balneari e delle maggiori città della regione, tra i bianchi muretti tirati su a secco e gli sterminati campi di ulivi, è possibile scorgere tipiche costruzioni rurali dalla forma di piccole torri circolari, disseminate in zone isolate, chiamate masserie.

Oggi, per la maggior parte, questi ruderi sono diventati vere e proprie strutture ricettive di lusso, come ad esempio Masseria Mongiò, capaci di guidare il turista in un’esperienza di accoglienza e gastronomia unica al mondo, unendo la pace della natura incontaminata a tutti i comfort richiesti da una vacanza a 5 stelle.

Tuttavia l’aspetto più suggestivo di tali fabbricati risiede proprio nella loro storia antica, perfettamente inserita all’interno delle vicissitudini che per secoli hanno colpito il Mezzogiorno del nostro Paese, soggetto ad un’economia prettamente rurale e a continue e pericolose invasioni esterne dalle quali proteggersi.

La funzione delle masserie nell’antichità

Tornando indietro nei secoli, nel corso del medioevo la Puglia, così come tutto il sud dell’Italia, viveva essenzialmente del sistema del latifondo, basato sulla figura di un proprietario terriero che si affidava ad un agricoltore, detto massaro, per coltivare un appezzamento di terreno designato e fornirgli ogni anno il frutto del raccolto, tenendo solo una minima parte per il sostentamento della propria famiglia.

Il lavoratore aveva necessità di una struttura nella quale risiedere, dotata di tutte le caratteristiche per occuparsi adeguatamente dei prodotti della terra in ogni fase.

Pertanto anche a questo scopo nacquero le Masserie, costruite secondo un criterio di funzionalità agricola; oltre alle vere e proprie stanze dell’abitazione, solitamente molto modeste e non più di due, era necessario fornire il rudere di un fienile e di un ricovero per gli animali, così come di una dispensa destinata alla conservazione ed alla lavorazione del prodotto, che era l’unico bene che i coloni poteva scambiare per sopravvivere.

Godendo del lusso delle attuali masserie, non si può fare altro che ricordarne le umili origini, apprezzando il fatto di poter dormire in una dimora storica che aveva una funziona così essenziale nell’economia pugliese dell’epoca.

La difesa del territorio dagli invasori

Altrettanto importante era lo scopo difensivo che queste strutture assumevano per gli abitanti del luogo, soprattutto a seguito dell’invasione Turca del 1480, che fece comprendere alla popolazione quanto fosse importante un precoce avvistamento del nemico e la possibilità di ritirarsi in luoghi sicuri e fortificati.

Sia che si trattasse di atti di pirateria o di altre scorribande, tutti i popoli che tentarono di occupare il Salento operarono barbariche razzie, uccidendo chiunque si ponesse sulla loro strada e soprattutto rubando il raccolto così faticosamente coltivato.

Pertanto le masserie iniziarono in quel periodo a fungere da sicure protezioni, dove ricoverare il cibo e soprattutto fuggire in caso di attacco.
Le stesse vennero pertanto fornite di torri di avvistamento, che ne danno tutt’oggi la tipica forma, e costruite con materiali quanto più possibile resistenti.

La struttura, dalla forma circolare, seguiva pertanto sempre uno schema preciso: al centro era presente un ampio cortile di raccordo, la parte inferiore era dedicata alle esigenze agricole e personali del massaro, mentre quella superiore era dedicata alla difesa e per questo sormontata da una torretta.

Tuttavia, anche nei primi periodi dove la costruzione era prettamente funzionale, non si tralasciò troppo estetico, tentando di dare luogo a costruzioni solide ma anche gradevoli nell’aspetto.

Lo sviluppo della masseria fino ai nostri giorni

Il turismo di lusso che ogni anno occupa le masserie affonda quindi le sue radici in un concetto di povertà rurale. Tuttavia, quando le invasioni divennero meno frequenti, tali strutture iniziarono nel corso del 1700 ad assumere la funzione di villetta di campagna della nobiltà cittadina per fuggire dal caldo dell’estate pugliese, subendo notevoli restauri all’esterno e all’interno.

I nuovi proprietari iniziarono aggiungendo balconi, belvedere, cortili e giardini, ma soprattutto dedicandosi alla decorazione degli ambienti con affreschi che celebrassero la potenza delle famiglie e la storia della loro dinastia.

Non di rado, infatti, ruderi dell’epoca conservano interessantissimi cicli pittorici, rivestendo un ruolo culturale di primo piano.

Si tratta pertanto di un vero e proprio momento di raccordo tra la visione medievale della masseria, prettamente difensiva e di sostentamento, a quella attuale di luogo di vacanza di livello o comunque in grado di fornire al cliente un’esperienza genuina e a contatto con la natura, essendo tali costruzioni sempre inserite in luoghi piuttosto isolati e lontani dalla calca del turismo di massa.

Una storia suggestiva quella delle masserie del Salento, che permette di comprendere ed apprezzare ancora di più il contesto rurale nel quale ci si trova, godendo dei privilegi oggi presenti ma immaginando anche la vita che una volta animava le stanze dove oggi è possibile soggiornare.

 

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