trulli alberobello
Trulli ad Alberobello

Trulli

Vivere in un trullo è un’esperienza unica. Vivere nei trulli vuol dire vivere in piccole stanze con soffitto a cupola. I tetti a cono sono costruiti di bianchi blocchi di pietra calcarea chiusi da agili pinnacoli dalle forme diverse. Larghi muri, bianchi o dai caldi colori, rendono gli interni freschi d’estate, caldi d’inverno. Delle nicchie sono ricavate nei muri come scaffali e tutt’intorno una natura antica, dolce, accogliente e odorosa di profumi che cambiano con le stagioni.

Il trullo

Il termine trullo deriva dalla parola greca trullos che significa cupola, mentre il termine con cui venivano chiamate queste costruzioni a secco, nell’Alto Salento e in tutta la Murgia, era semplicemente “casedda“, letteralmente piccola casa. Di questo si tratta in realtà, di una modesta ma confortevole casa costruita dai contadini che sagacemente utilizzavano la materia prima più abbondante nel loro territorio: la pietra calcarea. Oggi i trulli sono dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Trulli:origine

C’è chi per risalire all’origine dei trulli va sino al 1500 A.C., quando con il nome greco-classico tholos si indicava una cupola posta su di una tomba detta Tesoro di Atreo. Altri, invece, si riferiscono al termine greco-bizantino torullos, con il quale si indicava la sala a cupola del palazzo imperiale di Costantinopoli. Infine, il termine latino turris con le sue alterazioni turulla, trulla, trullum per indicare una piccola torre.

I trulli sono il primo esempio di costruzione isolante. Caldi d’estate e freschi d’inverno. Sia i muri sia il cono di copertura sono innalzati a secco, senza legami se non le schegge di calcare: così tra un tassello e l’altro si forma una camera d’aria che assorbe gli sbalzi di temperatura e la mantiene costante. Il cono di copertura di un trullo viene costruito senza alcuna intelaiatura, solamente con le chiancarelle posate a mensola una sull’altra in cerchi sempre più stretti fino all’imbuto finale.

I maestri trullari resero il trullo una dimora autosufficiente per gli uomini e gli animali; un unico vano di trenta metri quadri suddiviso per ricavare il focarile, il pozzo, il fienile, il deposito per il raccolto, i locali per lavorarlo. Alcune travi di legno, tuttora visibili nei trulli attuali, non avevano funzione strutturale ma servivano piuttosto per appendere le vivande e le provviste, tenendole sollevate da terra.

La cosiddetta passività della struttura dei trulli è in grado di assorbire anche le scosse di terremoto più forti.In una relazione del 1897 si parla di un ciclone che spazzò via tutto, lasciando intatti i soli trulli.

I trulli tra storia e leggenda

Si pensa inoltre che anticamente i trulli venissero utilizzati per evadere il pagamento delle tasse sulle case. Ci sono varie teorie in proposito. Una di queste afferma che i trulli venivano usati per comunicare mediante segnali di fumo l’arrivo di eventuali controlli; in quel caso venivano letteralmente scoperchiati, in attesa di essere ricostruiti una volta passato il pericolo.

Una diceria popolare vuole che nell’approssimarsi della venuta del padrone che chiedeva il pagamento del dazio per la residenza nel terreno, ai cozzari bastasse tirare via una sola pietra per far crollare tutta la costruzione, facendo apparire il tutto come un semplice cumulo di pietre.

La Valle d’Itria

La zona più importante dei trulli è rappresentata dalla Valle d’Itria. Qui la città di Alberobello (BA), avendo un’intera area cittadina edificata con queste costruzioni, rappresenta a tutti gli effetti la “Capitale dei Trulli“.

Altre zone di particolare importanza sono rappresentate dalle campagne circostanti di Locorotondo (BA); Martina Franca (TA); Cisternino, Ostuni, Fasano e Ceglie Messapica (BR). Costruzioni simili sono presenti anche nella zona settentrionale del promontorio della Murgia, nelle zone di Monopoli e di Polignano a Mare (Bari); tali costruzioni più vicine al mare ed utilizzate per altri scopi, hanno evidenti particolari architettonici differenti.

Anche nel Nord-Barese, nella Murgia Nord-Occidentale, si rinvengono numerose costruzioni a trullo. Queste venivano soprattutto utilizzate, dai pastori, come ricoveri temporanei. Alcuni sono di fattura molto pregiata, altri invece molto più semplici. Altri tipi di trulli, detti anche “pajare” sono molto diffuse nei territori di Lizzano, Torricella, Sava e in tutto il Salento.

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